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Visita all’Eremo di Santa Caterina in provincia di Varese

L’Eremo di Santa Caterina è un antico monastero ospitato dal comune di Leggiuno, sorto a strapiombo sulla costa del Lago Maggiore. 

Completamente incastonato nella roccia, il monastero è uno dei luoghi più caratteristici di tutta la provincia di Varese, capace di attirare l’attenzione di chiunque. 

L’Eremo è segnato da una lunga storia di conquiste e ricostruzioni, che alla fine lo hanno portato a raggiungere l’aspetto attuale. Alcune delle costruzioni originarie sono rimaste intatte, come la piccola cappella realizzata da Alberto Besozzi. 

Per chi abita in prossimità, il monastero di Santa Caterina è un incredibile luogo di culto. La vicinanza con il lago e il bellissimo paesaggio lo rendono “vicino al paradiso”, un luogo in cui è molto facile avvertire la presenza della fede. 

Come raggiungere l’Eremo 

Nonostante possa sembrare complesso, l’Eremo di Santa Caterina è accessibile a tutti i visitatori senza sforzi eccessivi. 

Si hanno a disposizione due opzioni principali: la scalinata che parte dal centro di Quicchio, oppure l’ascensore incastonato nella roccia. 

La scalinata panoramica è una soluzione da non sottovalutare, perché vi permette di osservare tutto il paesaggio circostante e il lago sottostante. 

E' possibile tranquillamente lasciare la macchina al parcheggio di Quicchio e proseguire a piedi lungo la salita. Una volta arrivati in cima, la vista varrà tutta la fatica. 

La storia del monastero 

La costruzione della prima parte dell’Eremo - l’antica cappella - risale al 1170, per opera di Alberto Besozzi. Quest’uomo, un mercante naufragato proprio sulle sponde del Lago Maggiore, aveva fatto voto a Santa Caterina, giurandole che in caso di salvezza si sarebbe chiuso in preghiera per tutta la sua vita. 

Fu lui a costruire la piccola cappella originaria per ringraziare la santa, il centro intorno al quale venne poi costruito tutto il complesso monastico. 

I lavori per la costruzione del monastero iniziarono circa cento anni dopo, con la realizzazione delle due chiese in onore di Santa Maria Nova e San Nicolao. Il monastero passò prima sotto il controllo dell’ordine dei Domenicani, poi degli Ambrogiani ed infine dei Carmelitani. 

Ognuno degli ordini portò con sé la propria storia e le proprie tradizioni, migliorando l’aspetto esterno ed interno di tutto il complesso. 

Diverse frane hanno lesionato una parte dell’Eremo originale, con la conseguente ricostruzione delle singole parti. 

Interni ed Esterni 

Il complesso di Santa Caterina comprende quattro cappelle diverse, ognuna dedicata ad uno specifico santo. Un’ultima cappella, la quinta e la più piccola di tutte, ospita i resti di Alberto Besozzi, colui che ha iniziato la costruzione.

L’interno della chiesa è segnato dalla presenza di bellissime opere, che portano la firma di grandi artisti. 

Le vetrate colorate e l’enorme organo napoletano sono stati realizzati da Domenico Antonio Rossi, che ha partecipato attivamente alla decorazione del luogo. 

Vanno poi citate opere pittoriche come “Santa Caterina sepolta dagli angeli” e la pala che rappresenta lo sposalizio mistico tra la santa e Alberto Besozzi, entrambe realizzate da Giovanni Battista de Advocatis.

L’esterno è invece caratterizzato dalla presenza di un porticato di quattro archi a tutto sesto, in perfetto stile rinascimentale. Lungo tutto il porticato, probabilmente edificato agli inizi del 1500, si trovano i resti di un gigantesco affresco realizzato da uno dei figli di Bernardino Luini. 

L’affresco comprende diverse figure, tra cui si riconosce facilmente l’immagine di San Nicolao, Santa Caterina, Santa Maria Maddalena e San Pietro. 

 

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