Sulla riva sinistra del Po e a ridosso delle colline del Monferrato, si trova il comune di Trino, conosciuto anche come Trino Vercellese. Il comune copre un territorio molto vasto tanto che ospita il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza un raro esempio italiano di bosco planiziale, un unico testimone di come si presentava la Pianura Padana prima della trasformazione operata per fini agricoli.
Questo comune si trova quindi sulla parte più umida del vercellese, a pochi chilometri dal capoluogo. L’umidità è però un fattore benefico perché questa zona è ricca di risaie, paludi bonificate e apprezzamenti agricoli. La coltivazione e la vendita del riso rappresentano l’economia principale di questo luogo. Andiamo insieme alla scoperta di Trino, un comune molto particolare e poco conosciuto che vale la pena conoscere e visitare se ci si trova nei dintorni di Vercelli.
Alla sua origine, Trino era conosciuta come Rigomago, che significava appunto campo e mercato del Re. Durante la dominazione Romana divenne una Masio, un luogo ideale per fare delle soste rilassanti prima di dirigersi alle più grandi Pavia e Torino. Il nome Tridìnum, oggi Trino, nasce nel VI secolo d.C. quando la città, rasa al suolo dai barbari, venne ricostruita dai condottieri Longobardi che decisero di fortificarla e metterla in sicurezza con una cinta muraria e tre castelli a scopo difensivo.
Oggi quelle antiche mura che hanno permesso l’espansione e la ricostruzione di Trino non sono più visibili, se non per un breve tratto presso via Monte Grappa, a ridosso della Cittadella dei Marchesi del Monferrato dove ancora oggi sorge il Palazzo Paleologo.
In una visita a Trino ci sono alcune cose che non sono assolutamente da perdere, tra queste il Principato di Lucedio, un bellissimo complesso tra le risaie di Trino dove è possibile vedere le grance, un termine francese che indica le aree bonificate e disboscate dai monaci cistercensi che hanno creato le risaie ancora attive. Grance significa granai, ed era il termine utilizzato dai monaci a significare sia l’abitazione che il deposito dei mezzi e dei prodotti coltivati. Il principato contiene il refettorio, i cortili e i giardini ed è consigliabile organizzare una visita guidata per ascoltare la spiegazione storica degli edifici.
La primavera inoltrata è invece il periodo perfetto per conoscere il Bosco della Partecipanza e ammirare la fioritura dei mughetti e la rigogliosa vegetazione, un vero e proprio gioiello naturalistico giunto fino a noi grazie a rigide regole di gestione che partono dal 1275 su istituzione del marchese di Monferrato Guglielmo il Grande.
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